Da un punto di vista etimologico, il termine “gnatologia” deriva dal greco antico, gnatòs (mandibola), ed è stato introdotto, nel lessico scientifico, da un pool di ricercatori americani nel 1926. La gnatologia cura i sintomi legati al disordine cranio-cervico-mandibolare: cefalea, dolori facciali, nevralgie facciali, blocchi della mandibola.
Sin dagli inizi del ’900, si intuì che la salute dentaria dipendesse anche dalla posizione mandibolare, in virtù del fatto che, esplicandosi la funzione mandibolare attraverso il movimento, un alterato movimento potesse ledere l’integrità dei denti stessi.
Ogni apparato dentario, ogni sistema neuro-musclare stomatognatico ed ogni articolazione temporo-mandibolare, non solo erano interdipendenti l’un con l’altro, ma erano peculiari di ogni individuo e specifici di un determinato equilibrio formatosi nei vari stadi di crescita. Qualsiasi alterazione che avesse comportato una modificazione del loro stato, sarebbe stata responsabile di un nuovo equilibrio, con adeguamento di tutte le componenti del sistema masticatorio.
Come diceva uno dei padri della gnatologia, Gysi, se si vuol fare un paragone, i denti sono come le rondelline di un orologio: se se ne rompe una, la rottura di questa arreca danno alle altre e l’orologio non funziona più bene. Se si decide di riparare l’orologio bisogna correggere, non solo la prima rondellina che si è rotta, ma anche le altre rondelline che di conseguenza si sono inceppate.
Perché tutto il sistema masticatorio funzioni correttamente è necessario che ogni componente del sistema sia in perfetto ordine ed “equilibrio”, anche perché il rapporto tra denti, muscoli masticatori ed articolazione temporo-mandibolare è così interdipendente che l’alterazione di uno solo di questi componenti inevitabilmente determina squilibri anche negli altri.